Altri materiali...

Il cuoio...

Strettamente legato allo sviluppo e al mantenimento dell'allevamento, l'artigianato del cuoio conosce oggi una certa flessione, a causa della diffusione sempre più capillare delle materie plastiche.
Attività originariamente di servizio, sta diventando anche esso un artigianato d'arte. Se le bisacce, gli otri, le borraccie in cuoio diventano sempre più rare, si trovano ancora dei fabbricanti d'oggetti legati alla tradizione contadina come: i collari per le vacche e per le capre artisticamente decorati, i finimenti e le "socques" (zoccoli con la tomaia in cuoio e la suola in legno).
In questi ultimi anni si nota lo sviluppo della produzione di articoli di abbigliamento: cinture, borse, portafogli, calzature etc.

Il ferro battuto...

L'artigianato del ferro battuto è fiorente in Valle d'Aosta fin dal Medio Evo: nel XIV secolo si producevano armi da fuoco a Chatillon, per esempio. Il capolavoro di questa tecnica è rappresentato dalla fontana del melograno del castello d'Issogne, forgiata alla fine del XV.
L'attività siderurgica, legata allo sfruttamento delle miniere di magnetite, particolarmente di quelle di Cogne, e alla costruzione di un gran numero di "fusines forgé", si diffuse dal XVIII secolo fino all'inizio del XIX su tutto il territorio della regione. Gli eleganti balconi in ferro battuto degli edifici della città di Aosta e dei borghi della Valle testimoniano della abilità dei fabbri valdostani dell'epoca.
La crisi della siderurgia locale, nella seconda metà del XIX secolo, segnò il declino di questo artigianato, che non ha conosciuto alcun credibile sviluppo fin dalla seconda guerra mondiale. Lo sviluppo dell'arredamento rustico favorisce ai giorni nostri la produzione di serrature artisticamente lavorate, lampadari, portaombrelli, appendiabiti, lampioni, recinzioni, insegne in ferro battuto.

La pietra ollare...

La pietra ollare, cloroticiste di colore verdastro molto diffusa nelle Alpi, è lavorata dall'uomo sin dalla preistoria. Essa si presta stupendamente a essere tagliata, scolpita e lavorata al tornio.
In Valle d'Aosta la si trova soprattutto nelle valli di Champorcher, Ayas e Valtournenche. La sua caratteristica resistenza al calore la rende particolarmente adatta come materiale per la fabbricazione di stufe e fornelli. Le stufe in pietra ollare sono ancora diffuse nella Valtournenche e nella valle di Gressoney.
Gli artigiani utilizzano ai giorni nostri la pietra ollare per realizzare delle artistiche scatole, dei recipienti dalle fogge più diverse e delle sculture decorative.

La ceramica...

La ceramica lavorata e modellata in svariate forme, ha da sempre accompagnato il cammino dell'uomo, e ne ha contribuito largamente alla sua evoluzione.
Si potrebbe pensare perciò che essa abbia sempre fatto parte della cultura degli artigiani della Valle d'Aosta; così non è stato. Tanto è vero, che è solo dagli inizi degli anni settanta, che essa ha fatto le sue prime, timide apparizioni sui banchi della Foire. Ma come a volte accade, per chi arriva ultimo, la sua lavorazione, grazie ad artigiani particolarmente abili, ha raggiunto risultati impensabili solo pochi anni addietro. Di particolare rilievo la costruzione di stufe e caminetti, che poco o nulla hanno da imparare dalla vicina Castellamonte, notissima per la lavorazione ceramica.

Gli oggetti agricoli...

Solamente un luogo è preposto a ospitare per i due giorni della fiera di Sant'Orso, gli oggetti agricoli. Essi vengono esposti dagli artigiani nel luogo più antico che ospitava la fiera: Le Porte Pretoriane. Al riparo delle cui arcate, vengono sistemate: scale in legno, rastrelli e manici per le falci in legno di frassino. Tra le due Porte vi possiamo ammirare una grande produzione di "vannerie": ceste, "van": arcaici setacci a mano per il grano, gerle e panieri fatti pazientemente a mano , intrecciando rametti di salice nostrano. Questi robusti e utili contenitori non passeranno mai di moda. Da un lato delle Porte vi troviamo anche una esposizione di tini, botti e attrezzi per la lavorazione della vendemmia.